Per fortuna la situazione a Foggia e il lockdown non hanno messo noi di Casa Gramsci Foggia nella spiacevole condizione di confrontarci con un caso di coronavirus all’interno della struttura: ma adesso che le frontiere sono aperte e il turismo risponde in parte all’appello dell’estate 2020 è sempre meglio diffondere una serie di informazioni utili per la struttura e per gli ospiti.
Come riportato in un interessante articolo de IlSole24Ore, la normativa parla chiaro in merito alle azioni che le strutture devono adottare, in concomitanza anche con un atteggiamento responsabile da parte del turista.
In primo luogo, è prevista la possibilità (ma non l’obbligo) che il gestore rilevi la temperatura corporea impedendo l’accesso in caso di temperatura sopra i 37,5°C: solo in questo caso, a carico del gestore, scatta un generico obbligo di isolamento. La recente ordinanza del ministero della Salute prevede l’obbligo «di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario» con specifiche disposizioni per la gestione della quarantena, ma solo per i turisti di alcuni Paesi extra-Schengen.
E se invece un sospetto caso di Covid si palessasse durante il soggiorno? Un esempio vincente arriva dall’Emilia Romagna.
Se un ospite presente all’interno della struttura ricettiva manifesta febbre e sintomi di infezione respiratoria (tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) lo deve comunicare tempestivamente alla direzione aziendale via telefono per il tramite della reception della struttura. Sarà la direzione aziendale a provvedere tempestivamente ad informare l’autorità sanitaria competente.